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Non è sufficiente

Non è sufficiente seguire i comandamenti.

Non è sufficiente essere una persona religiosa.

Questo è ciò che scoprì il giovane ricco. Aveva cercato di essere una brava persona. Aveva cercato di fare ciò che gli era stato insegnato da giovane ebreo, seguendo il giudaismo e ciò che gli era stato spiegato.

Ma seguire la sua religione non era sufficiente.

Nemmeno seguire i comandamenti di Dio era sufficiente.

No, solo seguire Gesù sarebbe stato sufficiente. E anche in questo, doveva seguire Gesù nel modo in cui Gesù gli disse, non nel modo in cui l’uomo pensava di dover fare.

Quest’uomo si era avvicinato a Gesù e gli aveva chiesto cosa doveva fare per ottenere la vita eterna. Aveva raggiunto e ottenuto ciò di cui aveva bisogno in questa vita, ma ora voleva che quella vita continuasse… eternamente.

Cosa manca ancora? Cosa devo fare?

Gesù gli dice: Osserva i comandamenti.

Ma non era sufficiente per l’uomo. In un altro racconto di questa storia fuori da Matteo, si dice che l’uomo voleva giustificarsi. L’uomo voleva elevarsi. Voleva glorificarsi. Era orgoglioso per via delle sue ricchezze.

L’uomo avrebbe potuto cavarsela con un altro maestro. È possibile che un altro maestro avrebbe risposto:

Ah, hai mantenuto tutti i comandamenti? Benissimo! Continua a farlo e starai bene.

Oh, e vedo che sei un uomo ricco! Meraviglioso! Sei chiaramente benedetto da Dio. Continua a fare tutto questo, vivendo nella benedizione di Dio.

Ma non Gesù. No, essere ricchi non ti darà alcuna posizione o rango davanti a lui. Nemmeno mantenere i comandamenti ti renderà perfetto davanti a Dio. No, solo una cosa può farlo:

Va’, vendi tutto ciò che hai e seguimi.

Tutto ciò per cui hai lavorato. Tutto ciò che pensavi di dover fare. Tutto ciò che hai inteso come la tua vita, liberatene e seguimi.

Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi».

L’uomo non poteva farlo. Non poteva – no, anzi, non voleva – farlo. Gli piacevano le ricchezze che aveva, ma Gesù non gli avrebbe permesso di conservarne nemmeno un po’. Non poteva nemmeno vendere i suoi beni e mettere i soldi in banca o in qualche investimento per salvarli per il futuro. Doveva perdere tutto. Doveva darli via. Questo, e solo questo, era il prezzo da pagare per venire e seguire Gesù.

Pensateci. Poteva essere il tredicesimo discepolo. Avrebbe potuto cambiare la storia che raccontiamo oggi. Potrebbe essere l’ultimo di cui parliamo ancora oggi, che decise di rinunciare a tutto e di seguire Gesù.

Ma non lo fece. Preferì le sue ricchezze. Preferì la sua vita esattamente com’era. Preferì ciò che avrebbe avuto per pochi anni anziché ciò che avrebbe avuto con Gesù per l’eternità. Cercava di capire come ottenere la vita eterna, ma voleva portare con sé anche la sua vita attuale.

Questo non è sufficiente, spiegò Gesù.

Se vuoi la vita eterna, lasciala indietro e seguimi.

Wow, che messaggio è questo, non solo per quest’uomo, ma anche per noi oggi. Quanti di noi si aggrappano alla propria vita. Quanti di noi pensano di vivere nel modo in cui Dio ci ha chiamati a vivere, quando in realtà ci stiamo aggrappando alla nostra vecchia vita, quando in realtà non abbiamo lasciato indietro la vecchia vita per poter avere una nuova vita seguendo veramente Gesù.

Potremmo trovarci un giorno davanti a Gesù e sentirlo dire: “Mi dispiace, non era sufficiente”? Potremmo scoprire che Gesù intendeva che lo seguissimo e invece abbiamo preferito dare valore alle cose che desideravamo?

Gesù ti sta chiamando a lasciare qualcosa nella tua vita e a seguirlo?

Questa è una domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi. Non solo una volta, ma ogni giorno. E nel pentimento, dobbiamo lasciare quella vecchia vita e seguirlo. Se è peccato, lascialo indietro. Se è qualcosa che tu consideri più importante di Cristo, lascialo indietro e seguilo. Solo in questo modo, a differenza del giovane ricco, troveremo la vita eterna.

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