Paolo era stato portato davanti a Felice, il governatore della regione, per essere processato ed evitare il linciaggio che i Giudei avevano pianificato contro di lui. Dopo un po’ di tempo, Anania, il sommo sacerdote, e alcuni degli anziani vennero a presentare le loro accuse contro di lui, accusandolo di aver incitato rivolte e profanato il tempio, cose che in realtà Paolo non aveva fatto.
Quando Paolo ebbe la possibilità di difendersi, colse l’occasione per parlare di ciò in cui credeva, spiegando persino che, in realtà, non era in opposizione a ciò in cui i Giudei credevano spiritualmente, ma che anzi era completamente d’accordo con loro. Tanto che si rifaceva alle origini e ai fondamenti della loro fede e della sua, ciò che oggi chiamiamo Antico Testamento, ma che Paolo semplicemente chiamava la legge e i profeti:
Ma ti confesso questo, che adoro il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta, credendo in tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti; avendo in Dio la speranza, condivisa anche da costoro, che ci sarà una risurrezione dei [morti, dei] giusti e degli ingiusti.
Atti 24:14-15
Paolo sta spiegando che lui, pur essendo un fariseo, era anche un seguace della Via – un modo per dire che era cristiano – e credeva in ciò in cui anche loro credevano. Credeva nella resurrezione. Credeva che la legge e i profeti non fossero in contrasto con la sua fede, ma che anzi puntassero specificamente a Gesù!
I Sadducei e i Farisei erano i gruppi dominanti all’interno del Sinedrio. Avevano molte differenze, ma per contestualizzare e mettere in risalto ciò che Paolo sta dicendo, alcune delle più rilevanti erano queste:
- I Sadducei non credevano in un aldilà. I Farisei credevano in una punizione o in una ricompensa da parte di Dio per la vita vissuta sulla terra.
- I Sadducei, di conseguenza, non credevano nella possibilità della resurrezione, mentre i Farisei sì.
- I Sadducei non credevano in un mondo spirituale con angeli e demoni, mentre i Farisei sì.
Paolo aveva un background da fariseo. Era cresciuto come fariseo e credeva certamente nell’aldilà, ma, in seguito al suo incontro con Gesù e alla comprensione del motivo per cui Gesù era venuto, si era allontanato dalla visione farisaica secondo cui la ricompensa o la punizione nell’aldilà dipendevano semplicemente dal fatto che una persona fosse buona o cattiva, o dal numero di peccati commessi, al punto che Dio non avrebbe concesso il perdono per permettere a quella persona di entrare in cielo.
Paolo, invece, seguiva la Via, un nome presumibilmente tratto dalla dichiarazione di Gesù in Giovanni 14:6: “Io sono la via, la verità e la vita”. Questo gruppo andava ben oltre i Farisei, credendo che Gesù avesse adempiuto la Legge di Mosè, a cui sia i Farisei che i Sadducei affermavano di aderire. Gesù, a differenza di qualsiasi altra persona mai vissuta sulla terra, non peccò mai. Seguì la legge completamente e fu quindi perfetto. Nessun uomo poteva fare questo, eppure Gesù non era solo un uomo. Era nato dallo Spirito Santo, non da un uomo, ed era quindi sia uomo che Dio stesso.
Paolo affermava di credere anche nei Profeti. I Profeti fecero molte affermazioni su ciò che il Messia avrebbe fatto, e tali affermazioni, tali profezie, si erano adempiute, sia nel loro scopo che nelle specifiche azioni di Gesù. I Profeti affermavano che il Messia, ad esempio, sarebbe nato da una vergine, sarebbe stato ucciso e sarebbe risorto dai morti, tra molte altre cose. Naturalmente, ognuna di queste profezie si realizzò in Gesù Cristo.
Così Paolo afferma di essere in totale accordo con la legge e i profeti. Anzi, avrebbe potuto persino pensare di crederci più degli altri Farisei, perché credeva non solo che fossero veri, ma che le profezie si fossero effettivamente avverate! I libri della legge e dei profeti si erano realizzati nella persona di Gesù, ed è su questa verità che Paolo fondava sia la sua fede che tutto il resto della sua vita.