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Finché sia tutto sparito

Ahia diede a Geroboamo una profezia: Dio aveva strappato il regno d’Israele dalle mani di Roboamo e lo aveva dato a Geroboamo, consegnandogli la parte più grande del regno. Ma Geroboamo fu un re malvagio: guidò il popolo a venerare gli dèi dei popoli circostanti, arrivando perfino a erigere vitelli d’oro, altari sugli alti luoghi della terra e festività religiose fasulle per distogliere il popolo dai festival che Dio aveva comandato.

Ci fu un momento in cui il figlio di Geroboamo si ammalò, così Geroboamo mandò sua moglie da Ahia, lo stesso profeta che gli aveva annunciato che avrebbe regnato sulle tribù del nord d’Israele. Il compito della donna era sapere se il loro figlio sarebbe sopravvissuto.

Ahia diede una risposta terribile alla moglie di Geroboamo. Non solo il ragazzo sarebbe morto, ma quella sarebbe stata l’unica forma di misericordia che Dio avrebbe mostrato alla casa di Geroboamo a causa della sua malvagità:

Per questo io faccio piombare la sventura sulla casa di Geroboamo; sterminerò la casa di Geroboamo fino all’ultimo uomo, tanto chi è schiavo come chi è libero in Israele, e spazzerò la casa di Geroboamo, come si spazza lo sterco finché sia tutto sparito. Quelli di Geroboamo che moriranno in città saranno divorati dai cani, e quelli che moriranno nei campi saranno divorati dagli uccelli del cielo; poiché il SIGNORE ha parlato. Quanto a te, àlzati, va’ a casa tua; non appena avrai messo piede in città, il bambino morrà. Tutto Israele lo piangerà e gli darà sepoltura. Egli è infatti il solo della casa di Geroboamo che sarà messo in una tomba, perché è il solo nella casa di Geroboamo in cui si sia trovato qualcosa di buono rispetto al SIGNORE, Dio d’Israele.

1 Re 14:10-13

Il figlio di Geroboamo sarebbe morto, ma almeno sarebbe stato sepolto. Tutti gli altri sarebbero morti in modo ignominioso, diventando un monito per tutto Israele e per i popoli circostanti.

Perché sarebbero diventati un monito? Perché avevano rigettato Dio come loro Dio, seguendo invece le malvagità degli dèi delle altre nazioni, praticando persino attività religiose che davano l’apparenza di essere simili a quelle comandate da Dio, ma che erano false.

Dio distrusse completamente Geroboamo e la sua casa reale. E in molti modi, ciò che accadde a loro è molto simile a quanto la Scrittura descrive riguardo al ritorno di Gesù. Ci sarà ira e ci sarà giustizia, non solo per la disobbedienza verso Dio, ma soprattutto per la ribellione di aver messo noi stessi al posto di Dio. Quando scegliamo di fare ciò che riteniamo giusto secondo le nostre idee e i nostri piani, credendo di sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, sostituiamo Dio e la sua sovranità sulla nostra vita con il nostro progetto. Diventiamo i nostri propri dèi e finiamo per adorare noi stessi. Questo lo vediamo nelle nostre società e in tutto il mondo ancora oggi, così come l’uomo ha fatto fin dall’inizio.

L’ira che Dio un giorno riverserà su di noi sarà frutto delle nostre stesse scelte, proprio come lo fu per Geroboamo. Ma c’è una buona notizia. Quando diciamo che siamo “salvati” da Cristo, intendiamo che siamo salvati da quest’ira che verrà. Se ci pentiamo di questo peccato di ribellione e torniamo a Dio, ponendo la nostra fede nel sacrificio di Gesù, anche noi possiamo essere salvati dall’ira futura. Possiamo invece vivere con Lui.

Ma significa anche riconoscere Gesù stesso come Re su tutto. Gesù è il Re nel regno di Dio. Non siamo più re di noi stessi, ma siamo il suo popolo. Dobbiamo guardare a Lui affinché possiamo essere salvati dall’ira imminente che spazzerà via ogni male fino a che non ne rimanga più nulla.

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