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Egli lo merita

Il centurione non si è nemmeno presentato. Non è nemmeno venuto di persona. Ha mandato alcuni anziani ebrei da Gesù per chiedergli di guarire uno dei suoi servi. E successivamente, il centurione ha mandato altri due servi per dire che non sarebbe dovuto venire.

Se fossi stato Gesù, francamente, forse mi sarei sentito un po’ infastidito. Prima manda qualcun altro a chiedermi di andare, e io vado. Poi arrivo vicino alla sua casa e mi dice di non venire. Che cosa succede?

Gli ebrei di quella zona apprezzavano questo centurione, una situazione certamente insolita. In generale, i Romani odiavano gli ebrei e gli ebrei odiavano i Romani. Era un sentimento piuttosto reciproco tra di loro!

Ma qui, quando gli anziani ebrei di quella zona si avvicinano a Gesù, dicono che questo centurione “merita” che Gesù venga. Il centurione aveva costruito la loro sinagoga ed era un amico del popolo ebraico. Questo lo qualificava, secondo loro, per ricevere un miracolo da Gesù. Ha fatto del bene per noi, quindi potresti aiutarlo? Potresti fare questo piccolo miracolo per lui?

Dopo che egli ebbe terminato tutti questi discorsi davanti al popolo che l’ascoltava, entrò in Capernaum.

Un centurione aveva un servo, a lui molto caro, che era infermo e stava per morire; avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo. Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo; perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga». Gesù s’incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione [gli] mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest’incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono un uomo sottoposto all’autorità altrui e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: “Va'”, ed egli va; a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo”, ed egli lo fa». Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una fede così grande!» E quando gli inviati furono tornati a casa, trovarono il servo [, che era stato infermo,] guarito.

Luca 7:1-10

Hmm… Non sono sicuro che Gesù abbia accettato l’argomento del “egli lo merita”, ma andò comunque.

Ma mentre si avvicinavano alla casa del centurione, gli altri due servi arrivarono con il messaggio che Gesù non aveva bisogno di entrare. Poteva semplicemente dire la parola. Il centurione capiva che Gesù aveva l’autorità di parlare e che ciò sarebbe bastato.

A questo punto Gesù è veramente stupito. Anche se potrei essere convinto del contrario, forse ora Gesù crede che il centurione “se lo meriti”. Perché? Perché il centurione aveva fatto del bene per il popolo ebraico? No, in realtà Gesù dice che questo centurione ha fatto molto più di quanto avessero fatto gli ebrei. Non era nemmeno ebreo, ma il centurione aveva fede in chi fosse Gesù. Gesù non aveva trovato nessuno in tutta Israele che avesse la fede di quest’uomo.

Perché Gesù avrebbe detto questo?

Gesù disse che quest’uomo aveva più fede di chiunque altro in Israele perché aveva veramente riconosciuto chi fosse Gesù. Sì, il centurione sapeva che Gesù poteva guarire il suo servo. Anche gli anziani ebrei lo credevano, ma non credevano che Gesù potesse semplicemente dire la parola. Lo vedevano come un semplice profeta. Pensavano che dovesse essere presente sul posto e parlare con Dio riguardo al servo del centurione.

Eppure il centurione vedeva la situazione in modo diverso. Sapeva che Gesù poteva semplicemente dire la parola e il suo servo sarebbe stato guarito. Vedeva Gesù in una luce completamente diversa. Solo Dio sarebbe stato in grado di fare ciò che il centurione credeva che Gesù potesse fare. Solo Dio sarebbe stato in grado di dire semplicemente una parola e ciò sarebbe accaduto. Solo Dio avrebbe potuto comandare le forze spirituali nel modo in cui il centurione credeva che Gesù potesse farlo.

Ed è per questo che Gesù si ferma e loda la fede del centurione. Wow! Gesù non aveva mai visto una fede del genere in tutta Israele! Quest’uomo crede! Quest’uomo realizza davvero che io sono ciò che sto dimostrando di essere: Dio venuto in carne.

Così Gesù guarisce il servo del centurione. Proprio in quel momento. Infatti, non vediamo nemmeno che Gesù dica altro se non lodare la fede del centurione. Pensa, e ciò avviene. Niente parole magiche. Nessun rituale sul posto. Un pensiero, ed è fatto.

È interessante notare che questo centurione romano giunse alla conclusione su chi fosse veramente Gesù da solo. Oggi sentiamo spesso persone ripetere ciò che hanno sentito da altri. I musulmani ripetono ciò che sentono nelle loro moschee. I cattolici ripetono ciò che è stato detto loro nel catechismo.

Questo centurione romano non aveva nessun altro che gli dicesse cosa pensare. Ci è arrivato da solo. Lo ha capito semplicemente osservando Gesù, ascoltandolo e vedendo le opere che stava compiendo, e ha imparato che Dio stava camminando sulla terra in forma umana. Sapeva che le cose che Gesù stava facendo erano cose che solo Dio poteva fare.

E noi? Questa è la domanda più importante: chi è Gesù? Non dobbiamo solo esplorare questa domanda, ma dobbiamo approfondirla. E dobbiamo cercare di vedere Gesù per chi egli dimostra di essere. È Dio, venuto come Emmanuele, Dio con noi, qui sulla terra. Questo è ciò che ha dimostrato di essere, questo è ciò che ha affermato di essere, ed è colui attorno al quale dobbiamo orientare le nostre vite, perché lui lo merita davvero.

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