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I Romani verranno

Gesù risuscitò Lazzaro dai morti, e se c’era qualche dubbio sul fatto che Gesù sarebbe stato conosciuto in tutta Israele, o, a dire il vero, in tutto il mondo, ogni dubbio ora era svanito. Tutti avevano sentito ciò che era accaduto.

Un uomo è stato risuscitato dai morti!

Il Messia è venuto!

Tranne che ora i capi dei Giudei dovevano prendere una decisione. Avrebbero creduto e si sarebbero schierati con Gesù? Oppure si sarebbero opposti a lui?

Erano contrari a Gesù. Gesù non rientrava nel modello di Messia che stavano cercando, ciò che pensavano dovesse essere. Doveva essere un leader politico. Potente. Autoritario. Pronto a sfidare i Romani e a rovesciare ogni oppressione. Pronto a sfidare qualsiasi nazione che fosse venuta contro di loro.

Ma non era questo che era Gesù. Parlava con forza a loro, ai Farisei e ai capi dei Giudei, ma certamente non era un leader politico. Non agiva come il tipico Messia che avevano in mente. Certo, faceva miracoli. Certo, faceva cose che solo Dio poteva fare. Ma non era dalla loro parte. Era contro i modi dei sacerdoti. Era contro i modi dei capi dei Giudei. Inoltre, parlava sempre di come fosse uguale a Dio, e faceva miracoli di sabato. Come poteva mai essere il Messia?

Dopo la risurrezione di Lazzaro, convocarono una riunione ed erano impauriti. Il consenso generale della riunione si riassumeva in questa affermazione:

Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui, e i Romani verranno e ci distruggeranno come città e come nazione.

Giovanni 11:48

Potresti chiederti: Perché i Romani sarebbero venuti solo perché credevano in Gesù? Perché i Romani, come risultato del fatto che la gente credeva in Gesù, avrebbero tolto loro sia il tempio che la nazione?

Gli ebrei non pensavano a Gesù come a un “salvatore” o a un “signore” in un senso lontano, concettuale o metaforico. Lo pensavano come un salvatore e un re qui e ora. Proprio ora, nel loro mondo fisico. Sarebbe stato il re e li avrebbe condotti alla “salvezza”, nel senso che non sarebbero più stati governati dai Romani. No, sarebbero invece stati governati come volevano, dai loro stessi connazionali, e sarebbero tornati a essere la nazione di Israele.

In altre parole, nella loro mente, Gesù doveva essere un leader politico. Non sarebbe stato molto diverso da ciò che vediamo nei movimenti politici di oggi. Le persone si sono sempre radunate dietro i leader politici con grande fervore, e questo era esattamente il modo in cui stavano pensando a questo in quel momento. I capi dei Giudei stavano essenzialmente dicendo:

Se più persone credono in Gesù, i Romani verranno a distruggerci a causa della ribellione che sta guidando.

E, naturalmente, non avevano torto. Questo è esattamente ciò che i Romani avrebbero fatto. Sarebbero venuti a schiacciare la ribellione. Avrebbero ucciso molte persone. Avrebbero distrutto Gerusalemme, abbattendo le mura e distruggendo il tempio.

Come facciamo a sapere che è vero? Perché è esattamente ciò che accadde nel 70 d.C., circa 36 anni dopo che Gesù fu risorto dai morti e salì in cielo. Gli ebrei erano diventati impazienti di ottenere la loro libertà e avevano istituito un governo provvisorio contro Roma, con l’intento di liberarsi dal dominio romano.

Ma i Romani non lo avrebbero permesso. Le ribellioni devono essere sedate. Devono essere distrutte. L’insurrezione non può, e non sarà, tollerata. E così i capi dei Giudei avevano ragione. La loro città, la loro nazione e il loro tempio sarebbero stati distrutti.

Quindi, cosa avrebbero preferito i capi? Quest’uomo sta facendo opere che solo qualcuno venuto da Dio può fare. Ma i capi, nonostante riconoscessero che Gesù veniva da Dio, hanno preferito mettersi come arbitri di ciò che doveva essere. Credevano che dovessero essere loro a prendere le decisioni, non colui che faceva ciò che solo Dio poteva fare.

Non facciamo spesso lo stesso anche noi? Non preferiamo spesso fare a modo nostro? Non preferiamo essere noi a comandare, scegliendo la direzione che abbiamo in mente invece di quella di colui che fa ciò che solo Dio può fare? Sì, certo che lo facciamo. Lo facciamo tutto il tempo. Scegliamo la nostra via invece della via di Dio. Scegliamo la via dell’uomo, la via conveniente, quella che mi avvantaggia invece di quella che glorifica Dio. A volte diciamo persino, come senza dubbio avrebbero detto i capi dei Giudei, che stiamo glorificando Dio ignorando colui che fa ciò che solo Dio può fare.

Temiamo che i Romani verranno. Temiamo che, facendo le cose a modo di Dio, prenderemo una decisione che ci metterà in cattiva luce davanti agli altri. Temiamo che, facendo le cose a modo di Dio, prenderemo una decisione che ci priverà della nostra sicurezza, o ci renderà più poveri, o ci porterà in una direzione sbagliata economicamente.

Nel caso dei capi dei Giudei, temevano di perdere il potere. I Romani sarebbero venuti e avrebbero tolto loro la “nazione” e il tempio. Si aggrappavano a quel poco che avevano affinché non perdessero questa ombra di ciò che Dio li aveva creati per essere. Tutto per paura che i Romani venissero…

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