Fermami se hai già sentito questa…
“Vorrei solo che questo predicatore ci desse la carne della Parola, non solo il latte tutto il tempo…”
“Penso che dovrò andare in un’altra chiesa perché lì approfondiscono davvero la Parola di Dio.”
“Wow, oggi abbiamo ricevuto la carne!”
Ricordo la prima volta che sentii persone dire cose del genere, mi suonava davvero strano. Sono anch’io un mangiatore di carne, preferendola di gran lunga a un bicchiere di latte in qualsiasi momento!
Allo stesso tempo, spesso mi rendevo conto che il messaggio dato quel giorno mi era piaciuto. Qual era il problema?
La persona che diceva queste cose intendeva che trovava la predicazione troppo elementare per lei. Voleva andare più “in profondità”. Voleva scavare nella Parola di Dio e analizzarla riga per riga, se non parola per parola. Voleva comprendere il significato originale del greco e dell’ebraico per avere più conoscenza, più comprensione.
E tutto questo va bene. Nessun problema.
Ma se sei tu il responsabile dell’insegnamento, come fai a sapere se le persone sono pronte per questa “carne”, o cibo solido, come lo chiama Paolo? Vediamo cosa dice Paolo a riguardo:
Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana? Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non siete forse carnali?
1 Corinzi 3:1-4
La chiesa di Corinto aveva diversi problemi, ma uno dei più grandi era la divisione all’interno della comunità. Come dice qui, alcuni dicevano di seguire Paolo, altri Apollo. In altri passi si dice anche che alcuni seguivano Pietro e altri Gesù Cristo.
Il punto è che erano divisi. Erano gelosi l’uno dell’altro. Litigavano. In breve, erano mondani. Come chiesa, erano cambiati ben poco. Si comportavano allo stesso modo dopo essere venuti a Cristo rispetto a prima.
Questi stessi atteggiamenti si vedono ancora oggi. Ne ho visto evidenza nelle chiese. Ne ho visto evidenza in varie missioni. Che si tratti di questo specifico tipo di mondanità o di un altro, i valori del mondo cercano costantemente di infiltrarsi nella chiesa.
È una vergogna sotto diversi aspetti. Primo, perché ruba la gloria che Dio merita. Sia perché le persone all’interno della chiesa non onorano completamente il Signore, sia perché altri non riescono a vedere chiaramente la differenza che dovrebbe esserci nel seguire Cristo, amandolo con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza. Dio dovrebbe ricevere gloria come risultato del cambiamento nelle persone per le quali Gesù ha dato se stesso sulla croce. E ancora di più, dovrebbe ricevere gloria perché più persone desiderano conoscerlo vedendo la bellezza della vita trasformata nei credenti.
Ma su un altro livello, è una vergogna perché significa che le persone non stanno crescendo nella loro fede. Solo attraverso la loro crescita i loro insegnanti possono decidere di fare il passo successivo, di insegnare loro cose più profonde. Forse le persone possono comprendere mentalmente il concetto di riporre la loro fede in Cristo, ma seguire Cristo non è solo una questione di comprensione, ma di azione. Gesù ha detto che dimostriamo il nostro amore per lui obbedendogli, facendo ciò che ha comandato, non solo comprendendo i suoi insegnamenti.
Solo quando i membri della chiesa non solo capiscono, ma iniziano anche a obbedire a Cristo e smettono di “produrre il frutto” del mondo per produrre invece il frutto dello Spirito Santo, allora saranno pronti per il cibo solido. Prima di allora, proprio come dice Paolo, continueranno ad avere bisogno di latte, il nutrimento per i bambini spirituali.