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Segni e miracoli

Ci sono quelli che non crederanno senza segni e prodigi. Ci sono anche quelli che basano la loro fede sui segni e sui prodigi. Nessuno dei due atteggiamenti è buono. Gesù non vuole che crediamo solo in base a segni e prodigi; vuole che fondiamo la nostra fede su di lui e in lui.

Gesù guariva le persone. Compiva miracoli, e quei miracoli confermavano le sue parole poiché faceva di routine e a comando ciò che solo Dio poteva fare.

Quando Gesù andò a Cana per la seconda volta – almeno la seconda volta registrata nel Vangelo di Giovanni – vi era un nobile che venne da Gesù chiedendogli di guarire suo figlio, che stava morendo nella città natale attuale di Gesù, Cafarnao. Ma mentre si avvicina, Gesù gli risponde:

Perciò Gesù gli disse: «Se non vedete segni e miracoli, voi non crederete»

Giovanni 4:48

Sembra una risposta dura, ma Gesù guarisce comunque il figlio dell’uomo, e di conseguenza quest’uomo crede.

Ma possiamo confrontare questo episodio con ciò che è accaduto a Sicar, in Samaria. Poco prima di andare a Cana, Gesù stava passando per la Samaria dove incontrò la donna samaritana al pozzo. Gesù compì un “segno” nel senso che disse alla donna che aveva avuto cinque mariti e che ora viveva con un uomo che non era suo marito, qualcosa che non avrebbe potuto sapere senza una comprensione o conoscenza soprannaturale.

Così la donna andò a raccontare a tutti di aver trovato il Messia, e vennero a vederlo, credendo inizialmente non in base a un segno che avevano visto, ma alla testimonianza della donna. Poi, però, credettero per loro stessi…

Molti Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: «Egli mi ha detto tutto quello che ho fatto». Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed egli si trattenne là due giorni. E molti di più credettero a motivo della sua parola e dicevano alla donna: «Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente [il Cristo,] il Salvatore del mondo».

Giovanni 4:39-42

Il punto qui è che alcuni credono a causa di un segno. Forse accade qualcosa che li porta a credere. Questo è buono, ed è coerente con ciò che Gesù faceva quando era con le persone, ma voleva che le persone crescessero oltre il segno per conoscerlo.

E ci sono altri che sembrano essere in grado di mantenere la loro fede solo se vedono costantemente dei segni. Di fatto, chiedono segni di continuo, come se la loro fede dipendesse da questo.

Questo non è il cuore del conoscere Gesù. Sì, ci aspettiamo di vedere Dio all’opera intorno a noi, e sì, ci aspettiamo di vedere il miracoloso. Ma no, la nostra fede non dovrebbe dipendere dal vedere segni. Dopo che Gesù sfamò i 5000, essi continuarono a seguirlo, eppure Gesù disse loro che lo cercavano solo per il cibo. Ora, invece, se vogliono cibo, devono mangiare il cibo che viene dal cielo. Disse che devono mangiare la sua carne e bere il suo sangue. In altre parole, devono conoscerlo. Non solo godere dei segni o essere stupiti dai miracoli, ma conoscerlo, il nostro re, il nostro salvatore, il nostro Signore. Dobbiamo vivere per lui per chi egli è, non solo per i segni e i prodigi che compie.

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