Giorno dopo giorno, mentre lavoriamo con i musulmani, sento Gesù essere definito come un profeta, un altro profeta in una lunga serie di ciò che i musulmani chiamano profeti. Maometto dichiarò in modo piuttosto audace di essere un profeta come quegli altri, come Adamo, come Abramo, come Davide, e persino come Gesù. In effetti, si autodefinì persino il “ultimo profeta”. Naturalmente, questa dichiarazione era estremamente auto-serviente, dandogli potere e licenza di fare ciò che voleva, incluso andare in guerra con altri, sottomettendo altre persone sotto il dominio del suo potere religioso, che era ormai anche politico, e vivendo uno stile di vita sessuale ben lontano dalle vie di Dio, arrivando persino a prendere una bambina come moglie.
Ora, per essere equi, Gesù profetizzò, quindi in questo senso era un profeta. Parlò dei tempi che sarebbero venuti e di come sarebbe avvenuta la fine del mondo. Ma Gesù non si limitò a parlare. Gesù agì. E infatti, le profezie che pronunciò riguardavano principalmente ciò che lui stesso avrebbe fatto.
Per esempio, Gesù profetizzava regolarmente, dicendo ai suoi discepoli che sarebbe andato a Gerusalemme dove sarebbe stato consegnato ai farisei e agli altri leader religiosi, solo per essere appeso alla croce. Durante l’ultima cena, Gesù disse ai suoi discepoli che la sua morte, simboleggiata dal pane e dal vino che condivideva con loro, ciò che oggi chiamiamo la Cena del Signore, significava che il suo corpo sarebbe stato spezzato e il suo sangue versato per il perdono dei peccati. Gesù profetizzò su se stesso e sulla sua morte sulla croce, che avrebbe liberato tutte le persone dai loro peccati, se solo avessero accettato il suo sacrificio, il suo dono di amore, grazia e misericordia per fede.
Gesù profetizzò anche sulla fine dei tempi, dicendo ai suoi discepoli che sarebbe tornato come il Figlio dell’uomo di cui si parla nel libro di Daniele, capitolo 7. Sarebbe tornato, cavalcando le nuvole, giudicando e facendo giustizia su tutte le persone.
Quindi, se crediamo che Gesù fosse un profeta, allora dovremmo credere a ciò che ha profetizzato. Egli profetizzò, non parlando di un Dio lontano, ma di se stesso.
Allora, Gesù era un profeta? Sì, ma molto di più! Egli è anche il nostro salvatore. È anche il nostro re. In effetti, è Dio stesso.
Leggendo ora nel libro degli Ebrei, Gesù viene anche definito il nostro sommo sacerdote. I sacerdoti offrivano sacrifici nel tempio. Venivano scelti una volta all’anno per entrare nel tempio e offrire un sacrificio sia per se stessi e i propri peccati sia per il popolo d’Israele e i suoi peccati.
Questo accadeva anno dopo anno, decennio dopo decennio, e secolo dopo secolo, proprio come Dio aveva comandato agli Israeliti di fare quando la legge fu data loro. Questo era il piano di Dio fin dall’inizio, e ora Gesù sarebbe venuto a compiere il piano di Dio. Gesù sarebbe stato il sommo sacerdote, ma non solo per gli Israeliti, bensì per tutte le persone. Avrebbe offerto un sacrificio, ma quel sacrificio non sarebbe stato un animale, sarebbe stato se stesso. Il suo sacrificio non sarebbe stato per se stesso, poiché non aveva mai peccato. Il suo sacrificio, invece, sarebbe stato per il popolo e il perdono dei loro peccati.
Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come questo, santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli, il quale non ha ogni giorno bisogno di offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figlio, che è stato reso perfetto in eterno.
Ebrei 7:26-28
Gesù è il sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec. Melchisedec era sia il re di Salem – il nome di Gerusalemme prima che fosse Gerusalemme – sia un sacerdote di Dio per il popolo di Salem.
Gesù non era solo un re, non solo un profeta, non solo un salvatore, ma era anche un sommo sacerdote. Gesù venne nella “linea di Melchisedec”, il che significa che il vero sacerdozio di Dio, in Gesù, si spostò dalla linea di Levi alla linea di Melchisedec, che in realtà non ha alcun inizio genealogico né fine. Gesù non ha né inizio né fine, eppure ha servito il suo popolo come sacerdote, offrendo il più grande sacrificio una volta per tutti. Un solo sacrificio per tutte le persone. Passato, presente e futuro, il sacrificio di Gesù era perfetto e dato per tutti, come risultato della sua opera come nostro sommo sacerdote.