Abbiamo ricevuto una nuova legge, un nuovo insieme di regole da Dio quando abbiamo seguito Gesù? Oppure dobbiamo continuare a guardare indietro ai Dieci Comandamenti, alle leggi che Dio ci ha dato, e seguire quelle? Dovremmo seguire tutte le leggi ebraiche? Oppure, al contrario, nessuna di esse? È un po’ confuso…
Paolo spiega a Timoteo che ci saranno persone che insegneranno ad abbandonare la libertà che ci è stata donata in Cristo. Attraverso la sua vita, morte e resurrezione, Gesù ha aperto la porta per permetterci di vivere per lui, di vivere liberamente senza essere oppressi dalla legge scritta. Tuttavia, ci saranno persone che ci diranno e insegneranno che abbiamo ricevuto regole e leggi da seguire:
Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall’ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. Essi vieteranno il matrimonio e ordineranno di astenersi da cibi che Dio ha creati perché quelli che credono e hanno ben conosciuto la verità ne usino con rendimento di grazie. Infatti tutto quel che Dio ha creato è buono, e nulla è da respingere, se usato con rendimento di grazie, perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
1 Timoteo 4:1-5
Ma aspetta, non dobbiamo forse seguire le regole che Dio ha stabilito per il suo popolo? Oppure, invece, Gesù ci ha dato una nuova legge da seguire?
Quali sono le regole???!!!???
Per rispondere a questa domanda, prendiamoci un momento per riflettere su ciò che Gesù ha fatto per noi. Attraverso la sua morte e resurrezione, ha aperto la via per la nostra riconciliazione con Dio. Egli è il sacrificio perfetto per i nostri peccati, e in lui possiamo riporre la nostra fede affinché anche noi possiamo vivere – vivere per sempre con lui, una vita eterna.
Ma nel momento in cui ci presentiamo davanti a Dio, il modo in cui Egli ci riconosce come riconciliati con Lui è tramite il dono dello Spirito Santo. Quando crediamo e poniamo la nostra fede nella morte e resurrezione di Cristo, che ci salva dall’ira e dal giudizio di Dio, Egli ci dona il suo Spirito Santo e diventiamo il “tempio”, la dimora dello Spirito di Dio. Quando Dio ci guarda, vede il suo Spirito dentro di noi – oppure no. Vede se siamo stati sigillati in Lui dallo Spirito per la vita eterna – oppure no.
È questa vita nello Spirito Santo che fa tutta la differenza. Quando lo Spirito viene dentro di me, mi trasforma. Sia nel momento iniziale della salvezza, in cui le mie priorità fondamentali cambiano, sia lungo tutto il corso della mia vita, mentre imparo a vivere il cambiamento che Dio ha compiuto in me. Lo Spirito mi trasforma affinché io possa imparare a vivere questa nuova vita che Dio mi ha donato.
Geremia ha descritto quest’opera che Dio ha fatto in noi parlando di una nuova alleanza che Dio avrebbe stretto con il suo popolo. Si riferisce specificamente al popolo d’Israele in questo passo, ma si può comprendere che descriva anche il rapporto di Dio con noi Gentili – i non-ebrei:
«Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda;
non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE;
«ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo.
Geremia 31:31-33
Il popolo d’Israele aveva infranto il patto del Signore. Il patto che Dio aveva fatto con il suo popolo era che, se essi avessero obbedito ai suoi comandamenti, Egli sarebbe stato il loro Dio e loro sarebbero stati il suo popolo.
Ma non è andata così. Gli Israeliti non hanno rispettato il patto. Non hanno obbedito ai comandamenti di Dio.
Così Dio fa una nuova dichiarazione. Dichiara che gli Israeliti hanno infranto il patto e che quel patto non è più valido. Invece, Dio farà una nuova alleanza con il suo popolo. Sarà un tipo di “nuovo” Israele. Non in senso etnico, né nazionale, ma spirituale.
Questa nuova alleanza non sarà basata su leggi scritte che Dio ha consegnato al suo popolo. No, sarà basata su leggi che Dio scriverà nella loro mente e nel loro cuore.
Non con penna e carta. Non con parole scolpite su tavole di pietra. Questa legge sarà scritta nella mente e nel cuore.
Com’è possibile?
Questa è la natura dell’opera che Dio compie in noi tramite il suo Spirito. Lo Spirito di Dio ci fa rinascere spiritualmente davanti a Dio e Dio ci riconosce come suoi. Tramite il suo Spirito, siamo identificati come popolo di Dio. Non attraverso il rispetto delle leggi scritte, ma vivendo secondo le “leggi” dello Spirito scritte nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Tutto questo sembra quasi impossibile da comprendere. Se Dio non ha scritto le sue leggi per me da seguire, come posso sapere cosa fare? È qui che dobbiamo capire la differenza che fa il portare il frutto dello Spirito Santo.
Cosa intendiamo con “frutto dello Spirito Santo”? Poiché abbiamo lo Spirito di Dio dentro di noi, dovremmo essere guidati da Lui e vivere secondo lo Spirito. Quindi, queste caratteristiche dovrebbero essere sempre evidenti nella nostra vita:
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge.
Galati 5:22-23
Se dico di essere un credente in Cristo, e credo quindi di avere lo Spirito Santo che vive dentro di me, dovrei chiedermi regolarmente: Sto mostrando amore in questa situazione, con questa persona, proprio ora? Ho un atteggiamento di gioia? O di pace? Sto dimostrando autocontrollo? Queste sono domande semplici che posso pormi per capire se sto ascoltando e vivendo secondo lo Spirito che dimora in me.
Ma notiamo anche quell’ultima frase: “Contro queste cose non c’è legge”.
Se viviamo secondo l’opera dello Spirito Santo nella nostra vita, stiamo, ad esempio, amando gli altri. E cosa significa amare gli altri?
Non essere geloso di loro, né approfittarsene.
Non rubare da loro.
Non mentire a loro.
Non cercare di far loro del male o ucciderli.
Questi sono tutti comandamenti basilari della legge. Solo amando veramente un’altra persona, sto quindi, naturalmente, adempiendo la legge. Non ho bisogno della legge perché sto già facendo ciò che la legge richiede. E questo solo parlando del frutto dell’amore. Non abbiamo nemmeno iniziato a parlare di come la nostra vita cambierebbe se dimostrassimo gioia, pace, pazienza, bontà o qualsiasi altro frutto dello Spirito.
Torniamo quindi alla dichiarazione originale di Paolo a Timoteo, esortandolo a comprendere, e successivamente a insegnare, che le persone devono rimanere nella libertà che è stata loro data in Cristo. Rimanendo in Cristo, rimangono libere. La legge non ha più potere su di loro perché, in Cristo, sono morti alla legge. Non sono più soggetti ad essa. Hanno una nuova vita, sotto la nuova alleanza, con la legge scritta nella mente e nel cuore, la “legge” dello Spirito che produce il frutto dello Spirito, e quindi non hanno più bisogno della legge.
Paolo dice, però, che coloro che verranno a insegnare cosa non si deve mangiare, toccare o fare, sono demoniaci. Wow! Perché un’affermazione così forte?
Paolo è così diretto e deciso perché questi insegnamenti tentano di annullare l’opera di Dio attraverso Cristo sulla croce. Gesù ha offerto il sacrificio supremo, il dono più prezioso immaginabile. Egli è Dio stesso, eppure ha dato la sua vita, prendendo su di sé i peccati di tutti. È la vita, eppure, senza meritare la morte, è morto al nostro posto.
E così ora, Paolo dichiara che è demoniaco negare la potenza della morte e resurrezione di Cristo insegnando e affermando che la via per essere redenti da Dio sia seguire delle regole. Questo è ciò che significa “obbedire alla legge”: dobbiamo seguire le regole affinché Dio sia contento di noi e ci lasci entrare in cielo.
Paolo esorta Timoteo a incoraggiare ogni persona a rimanere salda nella propria fede in Cristo e a non ricadere nei vecchi schemi di sottomissione – in realtà di schiavitù – alle regole. Lo esorta a incoraggiare la chiesa a continuare a seguire Cristo, essendo stati liberati dalla legge, dal peccato e dalla morte, e, cosa più importante, avendo ricevuto lo Spirito Santo attraverso il quale producono il frutto dello Spirito, adempiendo così non solo i requisiti della legge mentre vanno avanti, ma molto di più.